Riscontro sul contributo fornito dal Parlamento europeo nel quadro della sua risoluzione sul Rapporto annuale 2022 della BCE
Con il presente riscontro, pubblicato in occasione della presentazione del Rapporto annuale 2023 della BCE al Parlamento europeo, si fornisce risposta alle questioni sollevate e agli inviti formulati da quest’ultimo nella risoluzione sul rapporto annuale della BCE per l’anno precedente[1]. Il documento si articola per argomenti ed è inteso a chiarire le politiche della BCE e promuovere il dialogo con il Parlamento europeo e l’opinione pubblica riguardo alle questioni importanti sollevate dai membri del Parlamento europeo[2]. La BCE pubblica riscontri di questo tipo dal 2016, su invito del Parlamento europeo.
1 Politica monetaria e andamenti economici
Per quanto concerne l’invito a prendere tutte le misure necessarie per ridurre il tasso di inflazione, conformemente al suo mandato, la BCE è determinata ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine. La BCE ha intrapreso diverse misure a tal fine. In particolare, tra luglio 2022 e settembre 2023 ha aumentato i tassi di riferimento di 450 punti base. La BCE aveva già avviato la normalizzazione della politica monetaria nel dicembre 2021, annunciando la graduale cessazione di parte dei suoi acquisti di attività. I dati pervenuti nella prima metà del 2022, caratterizzati da un eccezionale grado di incertezza, hanno via via confermato che l’inflazione si sarebbe probabilmente mantenuta su livelli troppo elevati per un periodo più lungo di quanto inizialmente previsto. Da allora la BCE ha innalzato i tassi di interesse di riferimento a un ritmo e su una scala senza precedenti. È comunque probabile che un avvio anteriore del ciclo di inasprimento avrebbe avuto soltanto un impatto limitato sull’inflazione nel breve periodo e su orizzonti più lunghi. Le diverse aree economiche sono caratterizzate da condizioni economiche e finanziarie differenti. I confronti con gli interventi di politica monetaria effettuati in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti, dovrebbero pertanto essere interpretati con cautela. In prospettiva, le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario, seguendo un approccio basato sui dati. Stabilizzando l’inflazione sull’obiettivo del 2% a medio termine, la politica monetaria della BCE contribuisce a una crescita economica sostenibile e alla creazione di posti di lavoro. Inoltre, contribuisce a limitare le disparità alimentate da un’inflazione elevata. In generale, le famiglie a più basso reddito risentono maggiormente dell’inflazione poiché spendono una quota maggiore del proprio reddito e dispongono di minori riserve finanziarie.
Quanto alle preoccupazioni espresse riguardo a effetti di secondo impatto, un disancoraggio delle aspettative di inflazione e una possibile spirale salari-prezzi, i dati recenti indicano che il rischio che tali effetti si materializzino è diminuito e rimane contenuto. I dati recenti forniscono indicazioni di una perdurante disinflazione e dell’emergere di una moderazione della crescita salariale. Le contrattazioni salariali finalizzate a compensare l’inflazione comportano alcuni effetti di secondo impatto, che non hanno comunque generato una spirale in grado di autoalimentarsi. Tale rischio aumenta naturalmente in funzione della durata e della misura dello scostamento dell’inflazione dall’obiettivo del 2%. L’inflazione è tuttavia diminuita notevolmente e si prevede che raggiungerà l’obiettivo a metà 2025. Tale evoluzione riflette in parte le misure di politica monetaria incisive adottate dalla BCE. Nel valutare il proprio orientamento di politica monetaria, la BCE continua a tenere sotto osservazione la trasmissione dell’inflazione a tutte le variabili reali e nominali pertinenti, al fine di assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Sia le aspettative di inflazione a lungo termine formulate dai previsori professionali sia le misure ricavate dai mercati sono rimaste ancorate attorno all’obiettivo di inflazione del 2%, con aspettative leggermente elevate da parte dei consumatori. La BCE continua a seguire attentamente questi sviluppi.
Con riferimento alla richiesta di fornire maggiori informazioni relative al monitoraggio e alla fissazione di un tasso di interesse neutro, tale tasso non è osservabile e la sua stima è soggetta a una serie di problemi legati alla misurazione e alle specifiche del modello. Il tasso di interesse neutro è definito come il tasso che non è né espansivo né restrittivo. Gli esperti della BCE utilizzano una serie di stime per ricavare il livello e gli andamenti del tasso neutro. Le misure cicliche del tasso neutro nell’area dell’euro sembrano essere aumentate dopo la pandemia di COVID-19. Tuttavia, è improbabile che le stime a lenta evoluzione ancorate agli andamenti economici di lungo periodo abbiano registrato incrementi sostanziali in assenza di variazioni nelle determinanti economiche strutturali (crescita della produttività, fattori demografici e avversione al rischio). Agli inizi di quest’anno gli esperti della BCE hanno pubblicato maggiori informazioni sull’utilizzo e sui limiti del tasso di interesse neutro[3]. Va notato che le banche centrali non fissano i tassi di interesse neutri, li stimano soltanto.
Quanto al significato di “medio termine” nell’ambito dell’obiettivo di inflazione e all’esame di un approccio più qualitativo alla stabilità dei prezzi, non esiste una precisa definizione a priori di “medio termine” dal punto di vista numerico, mentre un preciso obiettivo numerico per l’inflazione complessiva serve per ancorare le aspettative di inflazione. Questo è stato spiegato, ad esempio, nel precedente riscontro della BCE[4]. L’orientamento a medio termine consente gli inevitabili scostamenti di breve periodo dell’inflazione dall’obiettivo del 2%. Tiene inoltre conto degli sfasamenti temporali e della variabilità nella trasmissione della politica monetaria all’economia e all’inflazione. La durata del medio termine varia a seconda di condizioni quali l’origine, l’entità e la persistenza dello scostamento dell’inflazione dall’obiettivo. Per quanto riguarda la definizione dell’obiettivo di inflazione, il riesame della strategia di politica monetaria del 2021 ha concluso che il modo migliore per mantenere la stabilità dei prezzi sia perseguire un obiettivo di inflazione simmetrico del 2% a medio termine[5]. Tale obiettivo quantitativo fornisce un chiaro ancoraggio per le aspettative di inflazione, essenziale per il mantenimento della stabilità dei prezzi. Di fatto, la maggior parte delle aspettative di inflazione è rimasta sostanzialmente ancorata intorno al 2%, nonostante il recente episodio di tassi di inflazione molto elevati. Ciò dimostra che l’obiettivo della BCE è ben compreso e credibile.
Per quanto riguarda la richiesta di rivedere radicalmente e migliorare i modelli utilizzati dalla BCE per l’elaborazione della politica monetaria, è importante sottolineare che la BCE rivede e aggiorna costantemente i propri modelli[6]. La BCE si avvale di un’ampia gamma di modelli per le sue proiezioni. Questi ultimi utilizzano informazioni tratte dagli andamenti empirici osservati nei dati e integrati da valutazioni di esperti e analisi dei rischi. Tale approccio, che la BCE adotta da 25 anni, si è dimostrato valido al fine di combinare strumenti alternativi complementari, adattabili in modo flessibile per far fronte a eventi imprevisti e a nuove sfide. A titolo di esempio, in seguito alla crisi finanziaria mondiale gli strumenti della BCE sono stati prontamente estesi mediante misure non convenzionali di politica monetaria. La BCE ha inoltre adeguato i propri modelli e li perfeziona costantemente, per una migliore integrazione dei rischi climatici. Ciò consente alla BCE di valutare, ad esempio, l’impatto di forti variazioni delle temperature o gli effetti a medio termine della tassazione del carbonio. Sono state inoltre introdotte modifiche ed estensioni tempestive dei modelli al fine di esaminare gli eventi e gli sviluppi eccezionali in atto dal 2020, tra cui le caratteristiche epidemiologiche durante la pandemia e la disaggregazione del settore energetico e delle strutture produttive a seguito della guerra della Russia contro l’Ucraina. Gli shock osservati negli ultimi anni sono senza precedenti in una prospettiva storica e hanno inevitabilmente indotto i previsori di tutte le istituzioni a commettere errori di previsione più ampi[7]. La BCE procederà a una revisione più estesa dei propri modelli qualora emergesse con chiarezza che tali shock abbiano determinato una modifica fondamentale della struttura dell’economia. Sino ad allora, l’approccio più valido per far fronte all’incertezza continua a essere basato su una gamma di modelli.
Per quanto concerne l’invito ad analizzare le determinanti dell’inflazione in termini di offerta/domanda, la BCE ha effettuato analisi approfondite[8]. Gli studi condotti indicano che la recente impennata dell’inflazione è stata inizialmente sospinta soprattutto da fattori dal lato dell’offerta, fra cui in particolare gli andamenti nei mercati dell’energia, ma anche l’evoluzione dei prezzi delle materie prime e gli effetti delle strozzature nelle catene di approvvigionamento mondiali e della carenza di manodopera connessa alla pandemia. Tuttavia, con il passare del tempo gli shock dal lato dell’offerta si sono attenuati ed è aumentata l’importanza relativa dei fattori dal lato della domanda. Ciò vale in particolare per il settore dei servizi, in cui la domanda latente ha provocato forti aumenti dei prezzi dopo la revoca delle restrizioni legate alla pandemia (ad esempio nei segmenti delle attività ricreative e dei viaggi).
2 Stabilità finanziaria
Per quanto riguarda l’invito a monitorare la situazione dei crediti deteriorati (non-performing loans, NPL), il monitoraggio della qualità degli attivi bancari è parte integrante delle valutazioni periodiche della BCE in materia di stabilità finanziaria. La stabilità finanziaria è un presupposto essenziale per la stabilità dei prezzi. In particolare, la scarsa qualità degli attivi può minare la capacità di intermediazione delle banche e nuocere alla stabilità finanziaria. La BCE presenta le proprie valutazioni della stabilità finanziaria nell’ambito della pubblicazione semestrale Financial Stability Review, che include un’analisi degli andamenti della qualità degli attivi. Nell’edizione di novembre 2023 si giunge alla conclusione che l’aumento dei costi del servizio del debito rappresenta una sfida crescente per le imprese, le famiglie e gli emittenti sovrani indebitati, sebbene l’impatto dell’inasprimento delle condizioni finanziarie non si sia ancora pienamente concretizzato[9]. Emerge che l’incidenza degli NPL delle banche è diminuita per diversi anni dopo l’istituzione del Meccanismo di vigilanza unico (MVU); nella prima metà del 2023 si è stabilizzata su livelli prossimi ai minimi pluriennali, con i primi segnali di un aumento delle perdite su alcuni portafogli di prestiti[10]. Gli esperti della BCE continuano ad analizzare gli sviluppi e a formulare pareri riguardo alle politiche per affrontare gli NPL da un punto di vista macroprudenziale. Ciò integra il lavoro dell’MVU, la cui prospettiva è microprudenziale.
3 Considerazioni relative al cambiamento climatico nel quadro della politica monetaria
Quanto alla valutazione degli effetti del cambiamento climatico sulla capacità di mantenere la stabilità dei prezzi, la BCE continua a integrare considerazioni sul cambiamento climatico nell’ambito delle proiezioni macroeconomiche e a estendere i modelli macroeconomici di riferimento per tenere conto delle politiche di mitigazione. Questo l’ha aiutata a valutare rischi di diverso tipo, prendendo in esame, da un lato, i rischi fisici connessi al mutamento del clima e alla riduzione degli ecosistemi e, dall’altro, i rischi di transizione derivanti dal passaggio a un’economia neutra in termini di emissioni di carbonio o da modifiche normative che limitano lo sfruttamento delle risorse naturali. Per quanto riguarda i rischi fisici, la BCE continua a stimare l’impatto di eventi meteorologici estremi sull’inflazione[11] e impiega tecniche di modellizzazione innovative anche per studiare come integrare tali effetti nelle proiezioni macroeconomiche. La BCE è inoltre impegnata ad adeguare i modelli strutturali e gli strumenti basati su serie temporali per valutare l’impatto di cambiamenti climatici fisici gravi e combinati sull’inflazione e sull’economia reale, che vanno considerati a livello aggregato e settoriale. Per quanto concerne i rischi di transizione, la BCE intende dotarsi di modelli all’avanguardia per l’analisi degli effetti macroeconomici delle politiche di transizione connesse ai cambiamenti climatici. Tali modelli potrebbero, ad esempio, misurare l’impatto delle politiche di bilancio discrezionali verdi sulla crescita e sull’inflazione a breve termine, nonché gli effetti delle politiche dell’UE nel medio periodo[12]. Analisi di questo tipo hanno aiutato la BCE a integrare l’impatto delle politiche di mitigazione del cambiamento climatico nelle proiezioni macroeconomiche e di bilancio, nonché nei modelli macroeconomici. In prospettiva, il nuovo piano sul clima e sulla natura 2024-2025 definisce come la BCE intende continuare a studiare ulteriori modi in cui i rischi ambientali incidono sulla nostra economia e sul nostro sistema finanziario[13]. Ciò consentirà di approfondire la comprensione delle possibili implicazioni per la stabilità dei prezzi derivanti sia dai cambiamenti climatici sia dal degrado ambientale.
Per quanto riguarda l’invito ad affrontare le carenze del mercato nel rispetto della neutralità di quest’ultimo, la BCE continuerà a ottemperare al principio di “un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione delle risorse”, sancito nel Trattato. La neutralità del mercato è uno strumento operativo, piuttosto che un obbligo giuridico; può contribuire ad assicurare che gli interventi della BCE sul mercato siano conformi al principio di un’economia di mercato aperta. La BCE può legittimamente discostarsi dalla neutralità del mercato al fine di aderire ai propri obiettivi e ai principi pertinenti del Trattato. Ad esempio, in linea con la tabella di marcia per il clima 2021 della BCE[14], il Consiglio direttivo ha deciso di orientare il portafoglio delle obbligazioni societarie in favore di emittenti con migliori risultati sul piano climatico, a partire dal 1° ottobre 2022, tramite il reinvestimento del capitale rimborsato. Ciò si è reso necessario per fronteggiare la distorsione in favore del carbonio in tale ambito e il conseguente accumulo di rischi climatici nel bilancio dell’Eurosistema. Inoltre ha consentito alla BCE di tenere conto del suo obiettivo secondario. I risultati finora conseguiti appaiono promettenti. La media ponderata dell’intensità di carbonio dei flussi di acquisto di obbligazioni societarie da parte della BCE è diminuita di oltre il 65% nel primo anno dopo l’attuazione della nostra politica di reinvestimento orientata in tal senso, ossia da ottobre 2022 a ottobre 2023. La decarbonizzazione del portafoglio di obbligazioni societarie della BCE dovrebbe proseguire per tutto il 2024 supportando gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Per quanto riguarda le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine a vocazione verde o strumenti analoghi: nell’ambito del mandato di cui è investito, il Consiglio direttivo si impegna a svolgere riesami periodici dei propri strumenti alla luce dell’obiettivo secondario ad esso attribuito, fermo restando l’obiettivo della stabilità dei prezzi. Nel riesame della strategia effettuato nel 2021, la BCE ha preso in considerazione operazioni di rifinanziamento a vocazione ecologica, che incentiverebbero le banche a incrementare i prestiti verdi, ad esempio offrendo loro una riduzione del tasso di interesse. Tuttavia, dall’analisi sono emerse sfide significative che persistono tuttora. Queste riguardano la copertura e la qualità dei dati, la definizione di adeguati criteri di orientamento verde nonché i processi e le capacità di verifica. I recenti riesami di altre misure nell’ambito del piano per il clima e la natura hanno determinato un più netto orientamento degli acquisti di attività societarie sulla base di considerazioni climatiche. Inoltre hanno condotto alla conclusione che gli scarti di garanzia applicati alle attività stanziate in garanzia offrivano una protezione sufficiente nei confronti dei rischi finanziari legati al clima[15]. La BCE continua a lavorare all’attuazione di una misura volta a limitare la quota di attività emesse da soggetti con un’elevata impronta di carbonio che possono essere stanziate in garanzia dalle banche nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema. Inoltre, nel quadro del suo mandato, la BCE esaminerà l’opportunità di integrare ulteriormente considerazioni relative al cambiamento climatico negli strumenti e nei portafogli di politica monetaria. Tale impegno si riflette anche nelle nostre recenti decisioni relative alla modifica dell’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria[16].
Per quanto riguarda le prove di stress a fronte del rischio climatico, la BCE continuerà a svolgere un ruolo attivo in questo ambito. La BCE ha ulteriormente approfondito le proprie conoscenze in merito all’utilizzo dell’analisi di scenario per la valutazione dei rischi finanziari derivanti dal cambiamento climatico. La BCE ha presieduto, tra l’altro, un gruppo di lavoro sulla progettazione e sull’analisi degli scenari nell’ambito del Network for Greening the Financial System (NGFS)[17]. Le prove di stress a fronte del rischio climatico condotte dalla BCE sono intese a valutare la resilienza ai rischi di transizione e ai rischi fisici per le società non finanziarie e le banche dell’area dell’euro, nonché per il bilancio dello stesso Eurosistema. Esse si basano sulla combinazione delle proiezioni macroeconomiche generali (Broad Macroeconomic Projection Exercise, BMPE) e degli scenari elaborati dall’NGFS, applicando una serie di ipotesi in termini di politiche climatiche future. La seconda prova di stress condotta dalla BCE in relazione al cambiamento climatico con approccio top down per l’intera economia ha messo in luce che un’azione immediata e incisiva apporterebbe benefici significativi all’economia e al sistema finanziario dell’area dell’euro. Consentirebbe infatti non soltanto di mantenere il percorso ottimale di azzeramento delle emissioni nette, limitando l’impatto fisico del cambiamento climatico a lungo termine, ma anche di contenere il rischio finanziario[18]. In tale scenario i rischi per la stabilità finanziaria sarebbero arginati, posto che le imprese e le famiglie riescano a finanziare i propri investimenti verdi in maniera ordinata. Inoltre, al momento la BCE partecipa, insieme alle autorità europee di vigilanza e al Comitato europeo per il rischio sistemico, a una prova di stress sul rischio climatico con l’obiettivo di valutare la resilienza del settore finanziario in linea con il pacchetto “Pronti per il 55%”. Questo esercizio una tantum, che dovrebbe concludersi entro il primo trimestre del 2025, si incentra sul sistema finanziario dell’UE nel suo insieme, allo scopo di valutarne la resilienza sulla base di uno scenario di base e di due scenari avversi fino al 2030.
Quanto all’invito, contenuto nella risoluzione, ad affrontare preoccupazioni riguardo a pregiudizi ideologici all’interno della BCE, in particolare per quanto concerne le politiche relative al cambiamento climatico, la BCE difende la diversità di pensiero, conduce le proprie attività su base fattuale e continuerà ad agire in linea con le competenze conferitele dai trattati. Diversità e inclusione sono profondamente radicate nella cultura operativa della BCE, che si impegna a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, privo di qualsiasi forma di discriminazione. Questa visione è enunciata nella carta interistituzionale per la diversità e l’inclusione[19], che pone in risalto sia l’impegno della BCE a promuovere ambienti di lavoro basati sul rispetto e sulla dignità, sia il fatto che luoghi di lavoro diversificati e inclusivi migliorino le prestazioni e la resilienza delle organizzazioni. Il lavoro svolto dalla BCE in materia di politica monetaria si fonda sull’obiettivo primario della stabilità dei prezzi. A tal fine, la BCE deve tenere conto dei rischi climatici e naturali nella misura necessaria al mantenimento della stabilità dei prezzi e alla conduzione della politica monetaria. Inoltre nel quadro del suo obiettivo secondario, fatto salvo l’obiettivo primario, la BCE è tenuta a sostenere le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire al conseguimento delle finalità di quest’ultima. La BCE si impegna a fare la sua parte nell’ambito del mandato di cui è investita e nel rispetto del diritto dell’UE. Le istituzioni competenti per la definizione di tali politiche generali hanno sottolineato che affrontare il cambiamento climatico rappresenta una priorità anche tra le politiche economiche dell’Unione.
4 Euro digitale
Per quanto riguarda l’affermazione secondo cui un euro digitale non deve sostituire il contante, deve rispettare la vita privata dei cittadini e delle imprese e non deve compromettere la stabilità finanziaria, la BCE ribadisce il proprio impegno a continuare a rendere disponibile il contante, progettando al tempo stesso un euro digitale caratterizzato da un elevato livello di tutela della privacy e da salvaguardie a tutela della trasmissione della politica monetaria e della stabilità finanziaria. La BCE accoglie con favore le proposte legislative della Commissione europea nell’ambito del pacchetto sulla moneta unica, che, una volta adottate, assicurerebbero la possibilità di continuare a fruire, in un mondo sempre più digitalizzato, di un mezzo di pagamento pubblico, sotto forma sia di contante sia di euro digitale[20]. Un euro digitale affiancherebbe il contante senza sostituirlo, rispondendo alla crescente preferenza dei cittadini per strumenti di pagamento digitali rapidi e sicuri[21]. Si tratterebbe di una forma elettronica di contante in euro, che offrirebbe caratteristiche simili a quelle del contante anche nell’era digitale. Sarebbe concepito per garantire un livello di privacy superiore a quello di altri metodi di pagamento digitali e una serie di salvaguardie a tutela della trasmissione della politica monetaria e della stabilità finanziaria[22]. In particolare, le disponibilità in euro digitali non sarebbero remunerate e vi sarebbero limiti alle somme detenibili dai singoli individui. La BCE interagirà con le banche e gli altri operatori di mercato per definire la metodologia analitica in base a cui determinare il massimale detenibile.
Per quanto riguarda l’osservazione secondo cui l’introduzione di un euro digitale dipende da una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio in qualità di colegislatori, la BCE ribadisce che un’eventuale decisione del Consiglio direttivo riguardo alla sua emissione sarebbe presa soltanto previa adozione di tale atto legislativo. Per l’Eurosistema sarà fondamentale un ampio sostegno politico nei confronti di un euro digitale quando si tratterà di decidere in merito alla sua emissione. La BCE si impegna a continuare a collaborare strettamente con le istituzioni e le autorità europee in relazione al progetto sull’euro digitale, ad esempio nell’ambito delle sue regolari audizioni pubbliche dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (ECON), anche una volta concluse le deliberazioni legislative. Di fatto, la proposta della Commissione su un euro digitale prevede che la BCE riferisca periodicamente in merito al suo sviluppo. Inoltre, la BCE è pronta a fornire un contributo tecnico a sostegno dell’attività legislativa e a contribuire alla tempestiva adozione della normativa.
5 Criptoattività e cibersicurezza
Per quanto concerne il rischio di attacchi cibernetici, la BCE rileva che continua a essere molto vigile al riguardo, monitorando attentamente le possibili minacce e adeguando le proprie misure di protezione ove necessario, in stretta collaborazione con il Sistema europeo di banche centrali e le istituzioni dell’MVU, nonché con le altre istituzioni, gli organi e le agenzie dell’UE. Per quanto riguarda i servizi Target[23], che assicurano la libera circolazione di contante, titoli e garanzie in tutta Europa, le banche centrali nazionali (BCN) che forniscono tali servizi restano vigili per quanto riguarda la loro sicurezza e resilienza. Tengono sotto stretta osservazione le minacce che si manifestano e vi danno seguito. Sono state messe in atto rigorose misure di cibersicurezza, che vengono riesaminate periodicamente. Ove necessario, sono stabilite ulteriori misure al fine di proteggere adeguatamente i sistemi. In linea con la strategia di resilienza cibernetica dell’Eurosistema per le infrastrutture dei mercati finanziari (IMF), la BCE, insieme alle BCN dei paesi dell’area dell’euro, ha adottato diverse iniziative, finalizzate ad accrescere la resilienza cibernetica delle entità; in tale contesto le banche centrali agiscono quale autorità di sorveglianza o catalizzatore. Ad esempio, la BCE ha coordinato e applicato il quadro di riferimento TIBER-EU[24], consentendo la conduzione di test avanzati e approfonditi in ambiente controllato. Inoltre, la BCE ha valutato i soggetti sottoposti alla sua sorveglianza sulla base di una serie di requisiti al fine di migliorarne costantemente la resilienza cibernetica. Per favorire le iniziative pubblico-privato su temi di strategia cibernetica, la BCE ha presieduto il Comitato di resilienza cibernetica dell’euro (Euro Cyber Resilience Board, ECRB), che rappresenta una sede di discussione tra le IMF paneuropee, i loro fornitori di servizi critici e le autorità pubbliche. L’ECRB ha avviato un’iniziativa per la condivisione di informazioni cibernetiche e lo scambio delle migliori prassi (Cyber Information and Intelligence Sharing Initiative). La BCE ha inoltre partecipato al dibattito con altri responsabili delle politiche a livello internazionale e dell’UE.
Per quanto riguarda il monitoraggio delle nuove tipologie di attività digitali, come le criptoattività, e i relativi rischi in termini di cibersicurezza, riciclaggio di denaro, frode fiscale, finanziamento del terrorismo e altre attività criminali legate all’anonimato garantito dalle criptoattività, la BCE seguita a tenere sotto attenta osservazione gli sviluppi dell’ecosistema delle criptoattività e a valutarne i rischi. La BCE continua a comunicare apertamente circa i rischi connessi alle criptoattività e il personale della BCE ha partecipato al dibattito tecnico-politico su come monitorare tali rischi[25]. Inoltre, la BCE ha contribuito al monitoraggio e all’analisi dei rischi derivanti dalle criptoattività a livello internazionale e dell’UE[26]. Nell’ambito delle sue funzioni, la BCE sorveglia e monitora gli schemi e i meccanismi di pagamento e monitora regolarmente le operazioni rilevanti in criptoattività. Tale monitoraggio riguarda fra l’altro i token di pagamento digitali che hanno raggiunto un certo livello di significatività per l’area dell’euro. La BCE inoltre coadiuva le autorità europee di vigilanza nell’elaborazione delle norme tecniche di regolamentazione per rendere operativo il nuovo regime concepito appositamente per i mercati delle criptoattività, nell’ambito della proposta di regolamento sui mercati delle criptoattività (Markets in Crypto-Assets, MiCA). La BCE ha seguito da vicino il completamento del nuovo quadro di riferimento dell’UE per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo (anti-money laundering/countering the financing of terrorism, AML/CFT). Attende con interesse di poter instaurare una stretta collaborazione con la nuova Autorità per la lotta al riciclaggio (AMLA) a Francoforte. La BCE ha inoltre continuato a seguire con attenzione il dibattito sulla regolamentazione delle attività virtuali in seno alla Financial Action Task Force. Infine, la BCE partecipa a vari organismi internazionali di normazione. In questo modo continua a contribuire allo sviluppo di standard internazionali per far fronte ai rischi connessi alle criptoattività e ai fornitori dei relativi servizi, compresi i rischi derivanti dai loro legami con il settore finanziario.
6 Responsabilità, trasparenza e altri aspetti
Per quanto riguarda l’enfasi posta nella risoluzione sul continuo adempimento della responsabilità per il proprio operato e della trasparenza nei confronti del Parlamento europeo, la BCE attribuisce grande importanza a tale aspetto e intende continuare a pubblicare un riscontro scritto nel quadro della risoluzione del Parlamento europeo sul Rapporto annuale della BCE. La relazione intrattenuta con il Parlamento europeo in virtù della responsabilità per il proprio operato si è evoluta nel tempo in risposta alle richieste di maggiore responsabilità e trasparenza. La BCE si impegna a perfezionare costantemente i quadri di riferimento in materia al fine di assicurarne l’efficacia e l’adeguatezza alle finalità perseguite. A riprova della relazione costruttiva tra le istituzioni, nel 2023 la BCE e il Parlamento hanno firmato uno scambio di lettere che definisce le prassi della loro interazione nel settore delle attività di banca centrale[27]. Nell’ambito di tali accordi, la BCE intende continuare a fornire un riscontro dettagliato alla risoluzione del Parlamento sul Rapporto annuale della BCE dell’anno precedente. Il documento è pubblicato nel sito Internet della BCE unitamente al Rapporto annuale. Ciò evidenzia gli sforzi della Banca in materia di responsabilità per il proprio operato e trasparenza. In generale, si riconosce il valore non solo del controllo, ma anche delle conoscenze acquisite attraverso le interazioni con il Parlamento europeo. Inoltre, la BCE accoglie con favore l’opportunità di illustrare in modo più efficace le proprie politiche ai cittadini e ai loro rappresentanti eletti. La BCE continuerà a dare seguito a tali richieste di controllo da parte del Parlamento europeo e si adopererà per migliorare le interazioni con i suoi membri, in conformità con le disposizioni del diritto primario dell’UE.
Quanto alla richiesta di dedicare un capitolo nel Rapporto annuale della BCE all’illustrazione delle modalità in cui la BCE ha interpretato e attuato il suo obiettivo secondario, la BCE rileva che il Rapporto annuale 2023 include un apposito riquadro che spiega come l’obiettivo secondario sia considerato nella conduzione della politica monetaria e nelle attività di comunicazione. Fatta salva la stabilità dei prezzi, il Consiglio direttivo tiene conto delle considerazioni relative all’obiettivo secondario nelle sue decisioni di politica monetaria. L’obiettivo secondario è esplicitamente riconosciuto nella strategia di politica monetaria della BCE, come rilevato altresì nel riscontro alla risoluzione del Parlamento europeo sul Rapporto annuale della BCE 2021. Laddove due configurazioni degli strumenti considerati siano in pari misura favorevoli e non lesive della stabilità dei prezzi, il Consiglio direttivo, nell’adeguare i propri strumenti di politica monetaria, sceglie la configurazione che sostiene al meglio le politiche economiche generali dell’Unione in relazione a crescita, occupazione e inclusione sociale e che, allo scopo di contribuire al conseguimento degli obiettivi più ampi dell’UE, tutela la stabilità finanziaria e favorisce l’attenuazione dell’impatto dei cambiamenti climatici. Il riquadro del Rapporto annuale 2023 descrive in maggiore dettaglio il modo in cui la BCE comunica le proprie azioni relative all’obiettivo secondario. Tale tema è trattato nelle conferenze stampa della Banca, nei resoconti delle riunioni di politica monetaria e in varie altre pubblicazioni. Infine, il riquadro indica in quali parti del Rapporto annuale sono reperibili le informazioni sulle decisioni di politica monetaria e le analisi sottostanti che rilevano per l’obiettivo secondario.
Per quanto riguarda la dichiarazione relativa a una maggiore considerazione e al rispetto delle prerogative del Parlamento europeo nelle future procedure di nomina, in particolare in relazione all’MVU, la BCE ribadisce di attribuire grande importanza alle opinioni del Parlamento europeo e di rispettarne pienamente il ruolo nella procedura di nomina. Il processo di selezione del Presidente del Consiglio di vigilanza della BCE è stato rigoroso e trasparente, nel pieno rispetto di tutte le disposizioni pertinenti. La BCE ha quindi proposto un candidato definitivo e il Parlamento europeo ha deciso di approvarne la nomina. Il processo è definito nel regolamento sull’MVU[28], nell’Accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo e la Banca centrale europea sulle modalità pratiche dell’esercizio della responsabilità democratica e della supervisione sull’esecuzione dei compiti attribuiti alla BCE nel quadro del meccanismo di vigilanza unico[29] e nel memorandum di intesa tra il Consiglio dell’Unione europea e la Banca centrale europea riguardante la cooperazione sulle procedure relative al Meccanismo di vigilanza unico[30].
Per quanto riguarda l’invito a migliorare ulteriormente la comunicazione sugli obiettivi strategici della banca centrale e sulla risposta alle crisi, la BCE si propone di innovare e adattare costantemente la propria comunicazione all’evoluzione del panorama dei media e dell’informazione per assicurare che i propri messaggi siano veicolati con efficacia. Soprattutto in un momento in cui l’aumento dei prezzi costituisce una preoccupazione fondamentale per i cittadini europei, la BCE è impegnata a entrare in contatto con un pubblico più vasto rispetto ai gruppi di esperti. La Banca comunica attraverso una serie di nuovi format al fine di ribadire il proprio obiettivo fondamentale di riportare l’inflazione su livelli più contenuti. I dati recenti, ad esempio quelli tratti dall’indagine sulle aspettative dei consumatori condotta dalla BCE, confermano che la televisione, la radio e altri mezzi di informazione di interesse generale continuano a costituire canali importanti a tal fine[31]. I rappresentanti della BCE continuano pertanto ad adoperarsi per essere presenti su questi e altri canali di informazione. Ad esempio, il nuovo format Tu e la BCE spiega la politica della BCE, come la Banca ha reagito al recente aumento dell’inflazione e le motivazioni alla base delle proprie decisioni. Siamo impegnati a raggiungere il grande pubblico e a contribuire a maggiore conoscenza e comprensione delle politiche e degli obiettivi della BCE. Soprattutto in tempi di crisi, tale attività di comunicazione rappresenta un elemento fondamentale per rendere la politica monetaria più efficace e promuovere la fiducia nella banca centrale.
Per quanto riguarda la proposta di creare un ufficio di valutazione interno per l’esame ex post delle decisioni di politica monetaria, la BCE si impegna ad adottare i più elevati standard nell’elaborazione delle politiche e conduce valutazioni approfondite delle proprie analisi e decisioni. La BCE svolge costantemente indagini mirate sulle proprie politiche. Ad esempio, il 13 marzo 2024 il Consiglio direttivo ha concluso il riesame dell’assetto operativo per indirizzare i tassi di interesse a breve termine nell’area dell’euro[32]. Inoltre, la BCE ha condotto il riesame della strategia di politica monetaria nel 2003 e nuovamente nel 2020-2021, coinvolgendo un’ampia parte dell’organizzazione nella valutazione dei risultati conseguiti dalle politiche. Nel 2020-2021 è stata prevista anche la partecipazione del pubblico. Come annunciato nel 2021, per il futuro la BCE intende condurre un riesame periodico della propria strategia di politica monetaria. Il prossimo è previsto nel 2025. La BCE si sottopone altresì a una vasta gamma di valutazioni ex post esterne nonché ad hoc o sistematiche da parte di rappresentanti del mondo accademico, di organizzazioni non governative e altri soggetti. L’impostazione e la conduzione della politica monetaria sono quindi costantemente oggetto di confronto e discussione. Ciò avviene mediante studi accademici, compresi quelli elaborati in vista dei dialoghi monetari periodici in seno alla commissione ECON, nonché in occasione di conferenze organizzate sia dalla BCE sia da soggetti esterni. La BCE continuerà a riflettere su come migliorare la valutazione ex post delle proprie politiche, con l’obiettivo di assicurare che siano in linea con le migliori prassi della comunità delle banche centrali.
Per quanto riguarda l’invito a considerare il rafforzamento del ruolo internazionale dell’euro al fine di accrescerne l’attrattiva come valuta di riserva, la BCE ribadisce che il sostegno al ruolo internazionale dell’euro deriva principalmente da un’Unione economica e monetaria (UEM) più profonda e completa, da conseguire anche mediante maggiori progressi nell’unione dei mercati dei capitali e il completamento dell’unione bancaria, nel contesto del perseguimento di sane politiche economiche e di bilancio nell’area dell’euro. La BCE sottolinea la necessità di compiere ulteriori sforzi per il completamento dell’UEM e sostiene le politiche in tale ambito. Far progredire ulteriormente l’integrazione economica e finanziaria europea rientra nel mandato dei colegislatori. Sarà un aspetto essenziale per accrescere la tenuta del ruolo internazionale dell’euro in un’economia mondiale potenzialmente più frammentata. Fondamentali economici solidi, tra cui livelli di debito sostenibili, sono determinanti importanti delle valute internazionali. L’attrattiva di una moneta a livello mondiale dipende in maniera cruciale dalla prevedibilità e dalla stabilità. Allo stesso tempo, anche l’inflazione incide sullo status di valuta internazionale. La BCE ribadisce il suo impegno a mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine. Continuerà a tenere sotto osservazione il ruolo internazionale dell’euro e a pubblicarne l’analisi nei relativi rapporti[33].
7 Aspetti istituzionali della BCE
In risposta all’invito a proseguire le attività volte a rafforzare le pari opportunità per tutti i generi all’interno dell’organizzazione, la BCE sottolinea il proprio impegno a migliorare e mantenere un maggiore equilibrio di genere in tutta la banca, abbracciando nel contempo la diversità e l’inclusione in tutti i loro aspetti. Negli ultimi anni la BCE ha mantenuto alta l’attenzione strategica sulla diversità di genere, mediante una strategia dedicata per il 2020-2026 che ha fissato obiettivi di genere fino al 2026[34]. Alla fine di dicembre 2023 la composizione dell’organico della BCE in base al genere è rimasta relativamente equilibrata, con il 46% dei dipendenti rappresentato da donne e il 54% da uomini. La presenza femminile ha raggiunto il 39% nell’alta dirigenza e il 33% in tutti i livelli dirigenziali. Tale risultato è particolarmente importante per creare modelli di riferimento e opportunità di affiancamento tramite mentori. Il divario di genere a livello degli inquadramenti di esperti e capi team è rimasto problematico, con solo il 43% e il 36% delle posizioni ricoperte da donne, rispettivamente. A livello di analisti, la quota di donne ha continuato a crescere fino a raggiungere il 56% delle posizioni, facendo aumentando ulteriormente il bacino di talenti da cui attingere per la progressione di carriera. Sono state adottate diverse misure per assicurare pari opportunità a tutti i generi e molte altre dimensioni dell’identità della persona. Tali misure comprendono descrizioni inclusive dei profili professionali, diversità nella composizione delle commissioni per le assunzioni, contatto mirato di talenti sottorappresentati in occasione di fiere del lavoro di settore[35], una borsa di studio dedicata alle donne e il Women’s Leadership Programme. Inoltre, la BCE offre programmi di affiancamento mediante mentori con la possibilità di concentrarsi su una particolare dimensione della diversità, modalità di lavoro flessibili, accessibilità e soluzioni adeguate per colleghi con disabilità. Per sviluppare ulteriormente e attuare tali misure, la BCE e la sua Direzione Generale Risorse umane collaborano con gli ambasciatori delle diversità provenienti da varie aree organizzative e con una rete per la diversità gestita dal personale. La BCE continuerà ad attuare la propria strategia in materia di diversità di genere, declinando nel contempo diversità e inclusione nella loro completezza. Si prefigge in tal modo di mettere ogni collega in condizione di esprimere appieno il proprio potenziale sul posto di lavoro.
Grafico 1
I nostri dipendenti e tirocinanti per genere
Per quanto riguarda l’invito a riesaminare periodicamente il quadro etico in vigore, la BCE conferma che ciò rientra nella prassi. Si fa presente che, a seguito del potenziamento degli indirizzi in materia di condotta etica per l’Eurosistema e l’MVU[36], il quadro etico per il personale della BCE è attualmente in fase di revisione. Scopo della revisione è allineare le regole applicate al personale della BCE agli standard più recenti in materia di condotta e integrità, come previsto nei suddetti indirizzi. Una volta completata tale revisione del quadro etico, la BCE informerà il Parlamento europeo in merito agli esiti. La BCE rileva che dal 1º gennaio 2023 le alte cariche della BCE sono soggette a regole più stringenti per le operazioni finanziarie private[37]. Le nuove norme migliorano significativamente il regime previgente definendo ulteriori presidi e introducendo un regolare monitoraggio della conformità. Assicurano pertanto che la BCE resti tra le istituzioni che adottano standard elevati di buona condotta e integrità in Europa e a livello internazionale.
Per quanto riguarda l’invito contenuto nella risoluzione ad allineare il proprio quadro interno per le denunce di irregolarità (whistleblowing) alla direttiva dell’UE sugli informatori, la BCE rileva che la direttiva è indirizzata agli Stati membri dell’UE e dovrebbe applicarsi qualora funzionari e altri dipendenti dell’Unione segnalino violazioni che si verificano in un contesto lavorativo, al di fuori dei loro rapporti di lavoro con le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione[38]. Nondimeno, come affermato in precedenza[39], il quadro di riferimento della BCE[40] è pienamente in linea con i principi della direttiva. Esso fornisce uno strumento di facile utilizzo che consente segnalazioni anonime, oltre che regole efficaci per proteggere gli autori delle segnalazioni dalle ritorsioni. Nel corso del 2023 – il suo terzo anno completo di operatività – lo strumento è stato utilizzato per segnalare oltre la metà dei casi di irregolarità nella BCE, per lo più in forma anonima.
Il testo adottato della risoluzione è disponibile sul sito Internet del Parlamento europeo.
La data di chiusura per la preparazione di questo riscontro era fissata al 27 marzo 2024.
Cfr. “Stime del tasso di interesse naturale per l’area dell’euro: un aggiornamento”, Bollettino economico, numero 1, BCE, 2024.
Cfr. la pubblicazione della BCE “Una panoramica della strategia di politica monetaria della BCE”.
Per una recente analisi di come la BCE utilizza i modelli macroeconomici ai fini delle proiezioni economiche, cfr. ad esempio Ciccarelli et al., Il Blog della BCE, BCE, 5 luglio 2023, e Ciccarelli et al., Occasional Paper Series, n. 344, BCE, 2024.
Per una trattazione della qualità delle recenti proiezioni della BCE, cfr. “A cosa si devono i recenti errori nelle proiezioni di inflazione formulate dagli esperti dell’Eurosistema e della BCE?”, Bollettino economico, numero 3, BCE, 2022.
Cfr. “Il ruolo di domanda e offerta per l’inflazione di fondo: una scomposizione dell’inflazione misurata sullo IAPC al netto di beni energetici e alimentari nelle sue varie voci”, Bollettino economico, numero 7, BCE, 2022.
Cfr. “Financial Stability Review”, BCE, novembre 2023.
La qualità degli attivi bancari è un tema importante anche per la Vigilanza bancaria della BCE. Per una sintesi dettagliata delle iniziative di vigilanza intraprese dalla BCE in questo ambito, cfr. la risposta della BCE al documento del Parlamento europeo “Resolution on Banking Union – Annual Report 2023”.
Da uno studio condotto dagli esperti della BCE emerge, ad esempio, che le temperature estreme registrate nell’estate del 2022 hanno determinato un aumento dell’inflazione dei beni alimentari nell’area dell’euro dello 0,8% dopo 12 mesi. Cfr. Kotz, M., Kuik, F., Lis, E., e Nickel, C., “The impact of global warming on inflation: averages, seasonality and extremes”, Working Paper Series, n. 2821, BCE, maggio 2023.
Agli inizi del 2024 è stato pubblicato uno studio monografico sugli effetti macroeconomici delle politiche di transizione connesse al cambiamento climatico, comprendente una valutazione dell’impatto delle politiche di bilancio discrezionali verdi sulla crescita del PIL e sull’inflazione. Cfr. “Valutazione degli effetti macroeconomici delle politiche di transizione connesse ai cambiamenti climatici”, Bollettino economico, numero 1, sezione 4, BCE, 2024.
Cfr. “La BCE presenta un piano di azione per includere considerazioni relative al cambiamento climatico nella propria strategia di politica monetaria”, comunicato stampa, BCE, 8 luglio 2021.
Per maggiori informazioni riguardo alla decisione sugli scarti di garanzia, cfr. le Decisioni assunte dal Consiglio direttivo, BCE, ottobre 2023.
Cfr. le Modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria, dichiarazione del Consiglio direttivo, BCE, 13 marzo 2024.
Gli scenari climatici prodotti da questo gruppo di lavoro dell’NGFS sono ampiamente accreditati; vengono utilizzati dalle banche centrali, dalle autorità di vigilanza e dal settore finanziario. Oltre a fornire aggiornamenti degli scenari a lungo termine, l’NGFS ha iniziato anche a elaborare scenari a breve termine, che si incentreranno su rischi climatici potenzialmente gravi a breve termine e potranno essere impiegati nelle prove di stress e in esercizi analoghi.
Cfr. “Faster green transition benefits firms, households and banks, ECB-wide climate stress test finding”, comunicato stampa, BCE, 6 settembre 2023.
Nel 2022 la BCE ha presentato una carta interistituzionale per la parità, la diversità e l’inclusione in collaborazione con altre istituzioni nell’ambito del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e del Meccanismo di vigilanza unico (MVU). Cfr. “La BCE presenta la carta per la parità, la diversità e l’inclusione”, comunicato stampa, BCE, 26 luglio 2022.
Cfr. la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione dell’euro digitale, Commissione europea, COM(2023) 369 final, 28 giugno 2023; la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al corso legale delle banconote e delle monete in euro, Commissione europea, COM(2023) 364 final, 28 giugno 2023, e “ECB welcomes European Commission legislative proposals on digital euro and cash”, comunicato stampa, BCE, 28 giugno.
La strategia dell’Eurosistema per il contante è intesa a garantire la sua ampia disponibilità e accettazione come strumento di pagamento e riserva di valore.
Per maggiori informazioni sull’avanzamento del progetto sull’euro digitale, cfr. il rapporto “A stocktake on the digital euro”, BCE, 18 ottobre 2023, e “Preservare la libertà dei cittadini di utilizzare uno strumento di pagamento pubblico: una panoramica sulla fase di preparazione per l’euro digitale”, dichiarazione introduttiva di Piero Cipollone dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 14 febbraio 2024. Cfr. inoltre il Parere della Banca centrale europea, del 31 ottobre 2023, relativo all’euro digitale (CON/2023/34) (GU C, C/2024/669 del 12.1.2024).
Sviluppati e gestiti dall’Eurosistema, assicurano la libera circolazione di contante, titoli e garanzie in tutta Europa.
TIBER-EU (threat intelligence-based ethical red-teaming) è il quadro di riferimento europeo per le attività di red teaming etiche basate su informazioni relative alle minacce. Dà indicazioni di ampio respiro su come autorità, entità e fornitori di informazioni sulle minacce e di attività di red teaming dovrebbero collaborare per sottoporre a test e migliorare la resilienza cibernetica delle entità simulando attacchi cibernetici controllati. Cfr. “What is TIBER-EU?”.
Gli esperti della BCE hanno presentato una nota al forum statistico 2003 dell’FMI in merito alla serie di dati della BCE sulle criptoattività e agli indicatori che utilizza per il monitoraggio periodico delle operazioni in criptoattività e dei principali loro operatori. Per ulteriori riferimenti circa i dati della BCE sul monitoraggio delle criptoattività, cfr. anche “Paradise lost? How crypto failed to deliver on its promises and what to do about it”, intervento di Fabio Panetta alla 22a Conferenza annuale della BRI, 23 giugno 2023.
Ad esempio “Crypto-assets and decentralised finance”, CERS, 2023; “EU Non-bank Financial Intermediation Risk Monitor 2023”, CERS, 2023; “The Financial Stability Risks of Decentralised Finance”, Financial Stability Board (FSB), 2023; “The Financial Stability Implications of Multifunction Crypto-asset Intermediaries”, FSB, 2023.
Cfr. “Exchange of Letters between the ECB and the European Parliament on structuring their interaction practices in the area of central banking” sul sito Internet della BCE.
Cfr. il Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio, del 15 ottobre 2013, che attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi (GU L 287 del 29.10.2013, pag. 63).
Cfr. l’Accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo e la Banca centrale europea sulle modalità pratiche dell’esercizio della responsabilità democratica e della supervisione sull’esecuzione dei compiti attribuiti alla Banca centrale europea nel quadro del meccanismo di vigilanza unico (GU L 320 del 30.11.2013, pag. 1).
Cfr. il Memorandum of Understanding between the Council of the European Union and the ECB on the cooperation on procedures related to the Single Supervisory Mechanism (MOU/2013/12111).
Cfr. ad esempio “Credibility gains from communicating with the public: evidence from the ECB’s new monetary policy strategy”, Working Paper Series, n. 2785, BCE, febbraio 2023.
Cfr. “La BCE annuncia modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria”, comunicato stampa, BCE, 13 marzo 2024.
Cfr. “The international role of the euro”, BCE, giugno 2023.
Cfr. “ECB announces new measures to increase share of female staff members”, comunicato stampa, BCE, 14 maggio 2020.
Cfr. la pagina “Diversity Networks” sul sito Internet della BCE.
Cfr. l’Indirizzo (UE) 2021/2253 della Banca centrale europea, del 2 novembre 2021, che stabilisce i principi del quadro etico dell’Eurosistema (BCE/2021/49) (rifusione) (GU L 454 del 17.12.2021, pag. 7) e l’Indirizzo (UE) 2021/2256 della Banca centrale europea, del 2 novembre 2021, che stabilisce i principi del quadro etico per il Meccanismo di vigilanza unico (BCE/2021/50) (rifusione) (GU L 454 del 17.12.2021, pag. 21).
Cfr. “ECB publishes enhanced rules for private financial transactions of high-level officials”, comunicato stampa, BCE, 16 dicembre 2022.
Cfr. il considerando 23 della Direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione (GU L 305 del 26.11.2019, pag. 17).
Cfr. la Decision of the European Central Bank, of 20 October 2020, amending the European Central Bank Staff Rules as regards the introduction of a whistleblowing tool and enhancements to the whistleblower protection (BCE/2020/NP37) e la Decisione (UE) 2020/1575 della Banca centrale europea, del 27 ottobre 2020, in merito alla valutazione e al monitoraggio delle informazioni sulle violazioni segnalate tramite lo strumento per la segnalazione whistleblowing laddove una persona interessata sia un’alta carica della BCE (BCE/2020/54) (GU L 359 del 29.10.2020, pag. 14).